Tematica Pesci

Salmo marmoratus Cuvier, 1829

Salmo marmoratus Cuvier, 1829

foto 865
Da:en.wikipedia.

Phylum: Chordata Haeckel, 1874

Subphylum: Vertebrata Lamarck J-B., 1801

Classe: Actinopterygii Klein, 1885

Ordine: Salmoniformes Rafinesque, 1810

Famiglia: Salmonidae Jarocki, 1822

Genere: Salmo Linnaeus, 1758


itItaliano: Trota marmorata

enEnglish: Marble trout

frFrançais: Truite marbrée

deDeutsch: Marmorataforelle

spEspañol: Trucha marmorata, Trucha de mármol

Descrizione

Le caratteristiche più evidenti della trota marmorata riguardano la taglia e la livrea. Questo pesce può raggiungere dimensioni ragguardevoli: l'esemplare più grande mai catturato pesava poco meno di 25 kg. La livrea della trota marmorata è caratterizzata da un'alternanza di macchie chiare e scure, irregolari e spesso fuse tra loro, che formano un disegno intricato definito "marmorizzatura", da cui deriva il nome comune dell'animale. Essa risulta comunque fortemente influenzata sia dall'ambiente in cui vivono gli animali presi in considerazione sia dal periodo dell'anno. Si osservano infatti esemplari con striature di un grigio chiarissimo quasi bianco e altri di un marrone scuro quasi nero. Ogni fiume pare conservare un ceppo con caratteristiche morfologiche e di livrea leggermente diverse, anche se non tassonomicamente significative. Recenti indagini biogeografiche e molecolari sul DNA mitocondriale hanno mostrato come questo taxon sia da considerare una sottospecie della ancora non descritta trota mediterranea Salmo mediterraneus. In quanto strettamente affine, la marmorata è facile all'ibridazione con la più comune trota fario, con cui condivide l'habitat. Gli ibridi risultanti sono fertili. La livrea dell'ibrido ad una prima analisi risulta del tutto simile a quella della marmorata, salvo una più o meno marcata puntinatura rosso/arancio di piccole dimensioni e una separazione delle striature (marmoreggiature) simile a una grossolana maculatura, sugli opercoli branchiali. Morfologicamente parlando il cranio si arrotonda, le dimensioni dell'occhio diminuiscono, così come le dimensioni delle pinne, e il corpo risulta nell'insieme meno affilato, tendendo ad assomigliare più alla fario. L'ibridazione, una volta avvenuta, può mitigarsi con incroci con altre marmorate, evento non raro per la condivisione delle zone di frega, in generazioni successive. Ciò dà origine a esemplari con le caratteristiche di ibridazione molto poco marcate, difficilmente identificabili se non da occhio esperto. Ne è un bell'esempio l'esemplare riportato nell'immagine a lato, che pare essere ibrido di seconda generazione conservando solo aloni rossastri sul corpo e non puntini, ma marcata puntinatura sugli opercoli branchiali. Peculiare è la marcata colorazione giallognola delle pinne ventrali e pettorali, come nella fario, dato che questo elemento generalmente si perde nell'ibrido. Negli esemplari puri infatti le pinne sono generalmente del medesimo colore di fondo del manto. È da notare anche, all'opposto, come la morfologia generale dell'esemplare sia invece quella della marmorata, con cranio allungato e occhio prominente. Ciò testimonia l'estrema difficoltà dell'identificazione precisa di un esemplare ibrido, in particolare tenendo presenti le peculiarità morfologiche dei vari habitat, già segnalate in precedenza. Come principio per la distinzione di massima degli esemplari, va considerata l'adesione totale alle peculiarità cromatiche e morfologiche della specie, prendendo come riferimento quanto osservabile in bacini ove l'ibridazione è stata naturalmente limitata dalla differenziazione degli habitat tra fario e marmorata. Pur condividendone l'habitat in termini generali, infatti, in ecosistemi fluviali in equilibrio naturale la marmorata tende a mantenere una prevalenza sulla fario nei bacini principali, mentre quest'ultima domina gli ambienti torrentizi ove il sostentamento e l'ambientazione della specie più grande risultano notevolmente più difficoltosi. L'equilibrio dell'ibridazione naturale con la trota comune è attualmente fortemente sbilanciato da fattori diretti e indiretti presumibilmente dipendenti dall'uomo; in particolare dall'impoverimento idrico degli areali di diffusione originale e dal conseguente ampliamento dell'habitat della fario, nonché dall'introduzione artificiale nei bacini principali di esemplari adulti di fario, giungendo a mettere a repentaglio la conservazione di ceppi puri di questa splendida trota endemica.

Diffusione

La trota marmorata è caratteristica ed esclusiva dei bacini fluviali adriatici subalpini italiani e sloveni. Il suo areale è infatti limitato ai corsi d'acqua che sfociano nel mare Adriatico e drenano il versante meridionale delle Alpi.

Bibliografia

–Kottelat, M. and J. Freyhof, 2007. Handbook of European freshwater fishes. Publications Kottelat, Cornol and Freyhof, Berlin. 646 pp.


00768
Stato: Slovenia